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Immagine del redattoreAngelo Fernando Galeano

L'effetto Cheerleader nella musica e nel teatro.

Aggiornamento: 17 mag 2023

L'Universita della California di San Diego ha pubblicato nell'Ottobre 2013 uno studio su Psychological Science dal titolo "Hierarchical Encoding Makes Individuals in a Group Seem More Attractive".


Lo studio dimostra che un essere umano percepisce come più attraenti, o semplicemente più belle, persone in gruppo, da 5-7 componenti in su, rispetto ai singoli individui.


Il fenomeno è noto come "cheerleader effect", Effetto Cheerleader, dal nome dei gruppi di ragazzi attraenti per antonomasia. Ma per quali ragioni accade? In primo luogo, secondo gli scienziati, perché il cervello umano tende a percepire i volti in un gruppo come un unico "volto medio" che riassume le caratteristiche delle singole facce (per esempio, capelli lunghi sciolti, occhi truccati); questo volto amalgamato risulta in genere più attraente ai nostri occhi rispetto alle singole facce che lo compongono. Il motivo è da ricercare nella naturale tendenza dell'uomo a riunirsi in gruppi, che siano questi famiglie, eserciti, boyband o associazioni benefiche. Il gruppo influenza anche il nostro modo di valutare ciò che è bello.

Se molti pensano che qualcuno sia sexy, probabilmente lo penseremo anche noi, a prescindere dal fatto che sia vero o meno.


Come viene sfruttato questo effetto nel teatro e nella musica?


Storicamente, sia per motivi ovviamente drammaturgici, ma anche di impatto, i finali d'atto delle opere sono sempre stati costituiti dai cosiddetti concertati, ossia numeri musicali con quasi tutti i protagonisti in scena che cantano contemporaneamente, spesso sorretti dal coro, in un unico grande numero di impatto sia visivo che musicale. Questo garantiva di strappare l'applauso entusiastico del pubblico alla fine del primo atto e alla fine dell'opera.


Pensiamo alle grandi scene di massa di Aida di Verdi, o al meraviglioso concertato finale de Le Nozze di Figaro di Mozart.


Questa forma musicale si ritova ancora oggi in spettacoli più contemporanei.

Basti guardare il celeberrimo "One day more" de Les Misérables .

Questo finché si parla di teatro e di musica professionale in cui tutti gli esecutori sono, o dovrebbero essere, allo stesso livello, contribuendo tutti alla riuscita dell'esibizione, ognuno nel proprio ruolo, piccolo o grande che sia.


Esiste però anche un modo più subdolo di utilizzare questo effetto.


E' indubbio che un'esibizione di massa sia, quasi sempre, più efficace di un'esibizione di poche persone. Vuoi per l'impatto visivo, vuoi per quello sonoro, lo spettatore medio tende ad entusiasmarsi molto di più per una grande orchestra piuttosto che per un solo strumento, o per un grande coro piuttosto che per un numero ridotto di cantanti.

Anche a parità di numero musicale, ossia se le due formazioni, piccola e grande, eseguono lo stesso brano, e poco importa il livello dell'esecuzione.


Facciamo un esempio.

Un concerto di un arpista mediocre può risultare noioso, o poco coinvolgente.

Provate invece a organizzare un megaevento con cinquanta arpisti mediocri che suonano contemporaneamente, eseguendo anche pezzi facili, o nazionalpopolari, e sarà un successone.

La gente andrà in delirio, e si spellerà le mani emozionata.


La loro forza è la massa.

Ciò che dà valore ad ogni singolo individuo è il far parte di una massa.

Il che è una cosa davvero bella, culturalmente, socialmente, emotivamente per chi ne fa parte. Ho cantato in alcune formazioni corali anche io, anche se professionistiche, e posso capire benissimo il legame che si crea nel fare musica insieme. Ma non è quello che conta per il pubblico, a meno che il pubblico non sia quello di parenti, amici e colleghi degli esecutori.


La qualità dell'esecuzione è indipendente dalla massa, e quello che conta sono le competenze del singolo individuo, che sommate alle altre dovrebbero dare il maggior risultato possibile in termini di stile, tecnica, musicalità, rispetto del compositore e del pubblico.


L'effetto Cheerleader nella musica e nel teatro è quindi quello che si verifica quando si mette in scena un gruppo di persone e si spera che i meno capaci in ultima fila siano eclissati da quelli più bravi delle prime file, lo sanno benissimo gli insegnanti di danza;


è quello che si verifica quando si mettono in scena ottanta coristi amatoriali anziché venti professionisti, sia per risparmiare, sia perchè il grande pubblico ormai si beve qualsiasi cosa;


è quello che si verifica quando in uno spettacolo teatrale o in un concerto facciamo accadere di tutto intorno ad un cantante solista poco preparato: luci, colori, coriandoli, fuoco, acrobati, pianoforti lanciati dalle finestre, inversione delle orbite di due pianeti, circondandolo ovviamente da coristi professionisti, pur di non far notare al pubblico, che si beve qualsiasi cosa, l'inadeguatezza dell'esecuzione in corso.





L'effeto Cheerleader si ottiene anche al contrario, quando si circonda un grande artista che si guadagna il grosso della pagnotta facendo contemporaneamente brillare di luce riflessa tutti gli altri sul palcoscenico che godono un po' tutti della ridistrubuzione del talento che inevitabilmente avviene condividendo il palcoscenico.


E' il caso per esempio di cori in cui i coristi cantanti non professionisti, cantando circondando un grande o una grande cantante solista, vengono percepiti anch'essi dal pubblico come ugualmente bravi. Anche se sono lune che non emettono luce ma girando intorno ad un sole ne vengono illuminati e brillano comunque.


L'effetto Cheerleader è magnifico se utilizzato con sapienza e correttezza nei confronti del pubblico e degli artisti.


E' una grande fregatura se utilizzato con furbizia.






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