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Immagine del redattoreAngelo Fernando Galeano

L'importanza dei neuroni specchio nello studio del canto

Aggiornamento: 19 mag 2020

“I neuroni specchio saranno per la psicologia quello che il DNA è stato per la biologia.” (Vilayanur S. Ramachandran)

I neuroni specchio sono una classe di neuroni che si attivano quando un individuo compie un'azione e quando l'individuo osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto. Attraverso studi di risonanza magnetica, si è visto che i neuroni attivati dall'esecutore durante l'azione sono attivati anche nell'osservatore della medesima azione. Gli studi principali su questi neuroni e la loro scoperta si devono al Professor Giacomo Rizzolatti, e alla sua équipe dell’Università di Parma.


Questa classe di neuroni è stata individuata nei primati, in alcuni uccelli e nell'uomo. Nell'uomo, oltre ad essere localizzati in aree motorie e premotorie, si trovano anche nell'area di Broca e nella corteccia parietale inferiore. Alcuni neuroscienziati considerano la scoperta dei neuroni specchio una delle più importanti degli ultimi anni nell'ambito delle neuroscienze.


Ad esempio Vilayanur Ramachandran, direttore del Center for Brain and Cognition dell’Università della California di San Diego, ha scritto un saggio sulla loro importanza potenziale nello studio dell'imitazione e del linguaggio. Secondo i neuroscienziati, il sistema mirror, come è stato battezzato, ci permette una rapida visione di ciò che ci accade intorno, di provare le emozioni altrui, immedesimandoci ed entrando in empatia, e di imparare per imitazione.


Sempre per Vilayanur Ramachandran, i neuroni specchio potrebbero persino essere i mattoni su cui si basa la cultura degli esseri umani: "la diffusione delle conoscenze avverrebbe infatti proprio per imitazione.“


"In un esperimento su come si apprende a suonare la chitarra, è stato visto che il sistema mirror si attiva sia durante l’osservazione dell’accordo eseguito dall’insegnate, sia quando quello stesso accordo viene rifatto dall’allievo. Se però l’allievo modifica le note, inventando di fatto un nuovo accordo, il sistema mirror si spegne, va a zero”, racconta Rizzolatti.


Per lo scienziato, l’apprendimento per imitazione sarebbe tra le cose che distinguono gli esseri umani dagli altri primati non umani. “Mentre nei bambini l’apprendimento per imitazione è velocissimo, le scimmie mostrano grandissime difficoltà”, spiega ancora Rizzolatti: “È stato osservato qualche caso isolato di apprendimento per imitazione, ma il più delle volte la loro è emulazione. Cioè, capiscono dove si vuole arrivare – per esempio ad aprire un barattolo – ma non hanno la pazienza di ripetere le istruzioni, e alla fine lo rompono. Raramente, inoltre, nelle scimmie troviamo neuroni specchio che rispondono a movimenti complicati, che non siano semplicemente muovere o rompere”.


Nello studio del canto, e in generale in ogni processo di apprendimento artistico, l’attività del sistema mirror è fondamentale, ma presenta dei pro e dei contro. Nell’artista neofita, l’apprendimento avviene principalmente per imitazione, ed è il motivo per cui i giovani allievi mostrano possedere sia i pregi che i difetti dei loro insegnanti. La percezione in forma critica e non solo imitativa dei movimenti muscolari altrui aumenta infatti proporzionalmente all’aumentare delle competenze riguardo quell’atteggiamento muscolare. Questo vuol dire che un neofita può solo imitare un movimento. Un esperto, percependolo su se stesso per empatia, è capace invece di criticarlo e valutarlo nella sua efficacia.


All’inizio dello studio del canto quindi il nostro sistema mirror ci porta a sperimentare il più possibile e quindi ad imitare gli artisti che giudichiamo di riferimento alla nostra sensibilità, non riuscendo però a distinguere nei movimenti muscolari altrui quelli salubri da quelli potenzialmente dannosi. Man mano che la nostra abilità come cantanti cresce, il sistema mirror si sviluppa fino a diventare un meraviglioso percettore critico dei movimenti altrui aumentando a dismisura la capacità di discernimento, su noi stessi e sugli altri, come se fosse un sesto senso del cantante. Questo fenomeno è fondamentale nella didattica, solo colui che abbia esperito su se stesso determinati movimenti e atteggiamenti muscolari infatti è in grado di trasmetterli nel miglior modo possibile, e il percepire se il movimento nell’artista discente sia il medesimo della proposta dell’artista docente è infatti demandato a quest’area cerebrale.


Un problema dei cantanti professionisti di un certo livello tecnico, che è anche una verifica indiretta di questa sensazionale scoperta, è quello dell’afonia per simpatia.

Può succedere infatti di essere spettatori muti di un evento canoro, particolarmente faticoso per l’interprete, ed allontanarsi da quella performance con una sensazione di stanchezza vocale. L’attivazione del sistema mirror ha infatti creato per tutto il tempo dell’ascolto una mini attività laringea per simpatia.


Così come alcuni colleghi percepiscono una sensazione di riscaldamento vocale e benessere laringeo dopo l’ascolto di un disco cantato particolarmente bene o con un’emissione vocale empaticamernte simile a quella desiderata da chi ascolta.


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