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Immagine del redattoreAngelo Fernando Galeano

Metodi Meccanicistici e Metodi Sensoriali

Aggiornamento: 5 mar 2019


I metodi meccanicistici sono quelli che utilizzano le scoperte foniatriche, vecchie e nuove, e lo studio deflla meccanica laringea per la didattica, il trasferimento delle conoscenze e delle competenze e per la determinazione delle qualità di suono.

I metodi sensoriali sono invece quelli che pongono al centro dell'indagine artistica per la determinazione delle qualità di suono, e per la loro trasmissione, le percezioni sensoriali oggettive esterne alla laringe.

Quindi possiamo affermare che i metodi meccanicistici siano quelli che fondano la loro didattica per raggiungere determinate qualità di suono sulla conoscenza della meccanica laringea e su figure, corrispondenti ognuna ad un’attività muscolare o cartilaginea nella laringe, che garantiscono la riproducibilità meccanica dei suoni. I metodi sensoriali, invece, quelli che non si affidano al controllo diretto della meccanica laringea ma fondano la ricerca della riproducibilità del suono sulle posizioni e sensazioni di tipo propriocettivo.

Analizziamo quindi i pro e i contro di entrambe le categorie di metodi.


a. I metodi meccanicistici hanno come punto di forza un'elevata conoscenza dell'apparato fonatorio e del funzionamento meccanico e muscolare della laringe e riescono in virtù di queste conoscenze a isolare e codificare molte più qualità di suono rispetto ai metodi sensoriali che invece pongono l'attenzione su meno qualità di suono, ma, mi si consenta il gioco di parole, più di qualità.


b. I metodi meccanicistici basano la riproducibilità del suono sul controllo diretto della laringe, focalizzando l'attenzione sul movimento muscolare e secondariamente sulla sensazione prodotta da quel movimento. I metodi sensoriali invece basano la riproducibilità del suono sul controllo indiretto, focalizzando l'attenzione sulle sensazioni esterne alla laringe prodotte dal movimento muscolare e analizzando solo secondariamente e marginalmente l'effettivo movimento meccanico laringeo.


c. Storicamente è dimostrato da tonnellate di trattatistica che nella trasmissione da allievo a maestro della riproducibilità del suono è decisamente più immediata, efficace e rapida una didattica basata sul controllo indiretto e la percezione sensoriale esterna della qualità di suono che non una basata su qualsiasi forma di controllo diretto. Anzi, buona parte dei suoni, ad esempio del repertorio di teatro musicale, suoni ad altezze e ampiezze sostenute e importanti, sono riproducibili e tramandabili solamente sfruttando la percezione esterna, in quanto dal punto di vista muscolare e laringeo sono talmente simili da non essere catalogati dai metodi meccanicistici come qualità di suono diverse tra loro, questo porta molto spesso ad una limitatezza della visione della voce e delle sue possibilità in termini di estensione e di ampiezza nei metodi meccanicistici. In soldoni è molto più importante ed efficace far fare all'artista un esercizio che si sa lo porterà ad emettere per allenamento un determinato tipo di suono, piuttosto che spiegargli come fare a emettere quel suono con le parole e spiegargli dettagliatamente cosa stia accadendo dal punto di vista meccanico nella sua laringe lasciando che la realizzazione di quel suono avvenga per istinto e ricerca personale dell'artista.

d. I metodi sensoriali basano tantissimo la loro didattica e la trasmissione delle competenze sul saper fare, sull'allenamento fisico, mentale e vocale per la riproducibilità di suoni, pochi suoni, invero, rispetto ai metodi meccanicistici,  ma molto difficili e altrimenti non eseguibili se non con un training lungo e complesso. I metodi meccanicistici basano invece la loro didattica sulle competenze del sapere, e del saper applicare il sapere, quindi tendono a privilegiare una immediatezza di riproducibilità sonora che porta allo studio di molte più qualità di suono rispetto ai metodi sensoriali, qualità però molto più semplici e basilari, riproducibili, una volta compreso il meccanismo per emetterli, in modo più rapido e immediato, ma decisamente limitate nell’espansione.

Faccio un esempio.

Con un metodo meccanicistico è facilissimo e immediato imparare a emettere un suono con inclinazione tiroidea, ma un metodo meccanicistico possiede raramente la competenza atletica e di esperienza per permettere all’artista di sfruttare questo movimento laringeo nel modo più ampio e completo possibile e padroneggiare così l’ampiezza sonora e l’estensione che, grazie a questo movimento laringeo, un artista d’opera o di musical theatre può creare.

Parallelamente, con un metodo sensoriale è più lento il percorso per comprendere questo movimento, perché alla base non vi è una spiegazione dettagliata del funzionamento e della meccanica, ma solo degli esercizi tradizionalmente tramandati come efficaci per ottenere, seppur semi-volontariamente, quel movimento, o meglio quella qualità di suono che ad un orecchio esperto dice che la laringe sta effettuando quel movimento.

Quindi i metodi meccanicistici peccano in allenamento atletico, perchè gli esercizi proposti servono a comprendere ed effettuare determinati atteggiamenti muscolari, ma non ad allenarli, mentre i metodi sensoriali deficitano di immediatezza e chiarezza e raramente un orecchio allenato in un metodo sensoriale riesce a distinguere nettamente le qualità di suono in rapporto ai movimenti muscolari, ma solo in base a gradazioni di tipo timbrico.

e. I metodi sensoriali sono fondamentali quindi per lo studio del canto teatrale, quello cioè in cui il suono dell'esecutore è codificato tradizionalmente e quindi necessita di competenze fisiche e di allenamento molto più ampie che altri stili e decisamente più uniformi e omogenee per permettere a ogni esecutore di entrare in un meccanismo teatrale più ampio di lui e restare comunque in stile rispetto al periodo e alla nazione di composizione dell'opera teatrale.


f. I metodi meccanicistici invece, sin ora, si sono rivelati esser molto più apprezzati nella formazione delle vocalità pop o rock, in quanto l'ampiezza della gamma di colori e l'immediatezza tipica di questo genere di metodi favorisce l'estrema personalizzazione della performance, fondamentale in questi stili vocali; inoltre la conoscenza più ampia della meccanica laringea favorisce lo sfruttamento di suoni potenzialmente rischiosi per l'apparato fonatorio tentando un approccio più salubre che possa, se non eliminare, almeno limitare di molto i danni, ampliando ulteriormente la tavolozza a disposizione dell'artista.

g. I metodi sensoriali di solito hanno per base secoli di conoscenze e di trasmissione di esperienza nell'emissione dei suoni, e da questa esperienza attingono, o dovrebbero attingere, per costruire una didattica propositiva. I metodi meccanicistici tendono a ignorare questa tradizione di esperienza in favore dell'oggettività scientifica. Spesso questo fattore si rivela uno svantaggio per i metodi meccanicistici. Facciamo un paragone con un altro tipo di attività muscolare. Un uomo di scienza potrebbe facilmente calcolare la traiettoria, la velocità, il peso di un giavellotto e aiutare al meglio un atleta a lanciarlo più lontano possibile, ma è solo un altro atleta che ha esperito quei movimenti e l'allenamento per raggiungere quel tipo di preparazione prima di lui che può insegnare effettivamente ad un atleta a lanciare quel giavellotto. In realtà quello che serve sono entrambe le cose, l'abilità fisica frutto di un allenamento tramandato per esperienza, sensoriale più che meccanico, e la conoscenza scientifica per comprendere al meglio perché certi esercizi provenienti da alcune tradizioni funzionano di più e altri da altre tradizioni funzionano di meno e quali esercizi possano servire per allenare una determinata qualità di suono.


Il metodo perfetto non esiste, l'ho sempre sostenuto. Esistono però metodi più utili e più sensati di altri, e sono quelli basati sulla tradizione e la conoscenza approfondita della storia della tecnica vocale, quindi sulla sensorialità e l'esperienza in fatto di movimenti complessi, intelligentemente rivisti e riletti alla luce della meccanica e delle conoscenze scientifiche anatomiche degli ultimi trent'anni. I metodi utili e sensati quindi sono quelli meccanico-sensoriali frutto della fusione fra queste due grandi scuole di pensiero.


Per tornare brevemente al concetto espresso prima nel punto c, la didattica più efficace per l'emissione di un dato suono dovrebbe quindi essere una spiegazione della meccanica laringea del suono desiderato, del perché è diverso da un altro suono e in cosa, quindi un approccio meccanicistico, unito all'esecuzione di uno o più esercizi, sempre della tradizione meccanicistica, che possano portare l'artista ad emettere quel suono e comprenderne la sensazione. Il passo successivo e imprescindibile però è sfruttare gli esercizi della tradizione secolare per l’allenamento e il perfezionamento di quel movimento e spostare l’attenzione sulla sensorialità e l’ampiezza del movimento atletico togliendo così la concentrazione ossessiva dalla meccanica laringea. E’ molto importante che l'artista conosca la differenza fra gli esercizi che gli vengono proposti e la finalità di ognuno in modo da poter riprodurre da solo gli esercizi vocali nella necessità di raggiungere una determinata qualità di suono, e soprattutto che comprenda che un esercizio per la localizzazione e l’isolamento di un movimento muscolare laringeo non è la stessa cosa che un esercizio per l’allenamento e lo sviluppo di quel movimento.

L’esercizio meccanicistico quindi porta a isolare e separare un movimento, come uno zoom, l’esercizio tradizionale sensoriale porta invece a unire quel movimento al resto della meccanica corporeo-laringea e sviluppare quel movimento in armonia con tutto quello che accade contemporaneamente nel resto del corpo, una visione grandangolare.

Sono quindi inutili o molto limitati tutti quei metodi meccanicistici che ignorano o volutamente escludono le conoscenze precedenti in termini di allenamento atletico e di esperienza sensoriale, e tutti quei metodi sensoriali che ignorano o volutamente escludono le conoscenze scientifiche ormai alla portata di tutti in termini di funzionamento della meccanica laringea.

La sensorialità ovviamente non può e non deve essere soggettiva. Fanno fede, in questo, trattati secolari e tradizioni vocali importantissime da cui nessun didatta può e deve prendere le distanze, onde evitare, a proposito di fisiologia, di sbagliare sfintere e proporre sensazioni personali decisamente fuorvianti. In questo caso la meccanica scientifica è utile a dimostrare che anche la sensorialità può essere oggettiva, e che gli esseri umani, per emettere un suono con massimo risultato e minimo sforzo hanno tutti le stesse sensazioni, e proporre una sensazione o una localizzazione sensoriale nuova solo perché svegliandosi al mattino e focalizzando l'attenzione anziché sulla respirazione naturale costodiaframmatica come si è fatto per 300 anni, si prova a concentrare l'attenzione, che so, sul perineo o nei glutei, può provocare dei danni in quelli che ignari e incolpevolmente incompetenti tendono a credere alle sensazioni proposte in base all'altisonanza del nome che le propone piuttosto che alla loro effettiva veridicità storica e scientifica.


Insomma, siate affamati di conoscenza, meccanica o sensoriale che sia, arroccarsi testardamente su una delle due posizioni è uno spreco di energia.

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